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Le pensioni degli Italiani lepagano gli immigrati: bufala –DATI
(troppo vecchio per rispondere)
Roberto Deboni DMIsr
2020-03-12 12:36:59 UTC
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Pubblicata nel “Libro dell’anno del diritto”,
edizione 2015, la cifra è stata ottenuta da –
rullo di tamburi – Roberto Garofoli, capo di
gabinetto del ministro Pier Carlo Padoan e uno
dei redattori del libro. Allora è tutto chiaro.
Usando i dati del ministero delle Finanze,
Garofoli calcola – estrapolando una parte per il
tutto – che nel 2014 i lavoratori extracomunitari
hanno versato all’Inps circa 8 miliardi di euro di
contributi, mentre hanno consumato solo 3
miliardi in forma di prestazioni pensionistiche e
non pensionistiche. Il saldo positivo, secondo
lui, è sufficiente per pagare 600.000 pensioni
all’anno. Inoltre, come si legge nel Libro, nel
2014 gli extracomunitari in Italia hanno pagato
6.8 miliardi di euro di Irpef.
E’ una bufala. Ben confezionata, ma la solita
bufala di Renzi e dei suoi accoliti. Nemmeno
nuova, visto che esce ogni anno in vari periodi
dell’anno. Il fatto dell’Irpef è quasi comico: se
non ci fossero loro la pagherebbero gli Italiani
disoccupati ai quali loro hanno sottratto, con la
loro presenza, il lavoro. Quindi sarebbe,
semmai, un fattore negativo, non positivo come
millantato dal gabinetto di Renzi.
Con riferimento alla frase che segue: sono stati
considerati i migrati anziani di 65 anni ed oltre,
che risultando in Italia nullatenenti, ricevono la
pensione sociale ? Qualcuno ha i numeri di questo
fenomeno, ove i genitori dei lavoratori migranti
vengono in Italia per "riunirsi" alla famiglia,
ma nello stato di famiglia sono fiscalmente
separati dai redditi dei figli lavoratori ?
E’ poi ovvio che gli immigrati, essendo
mediamente più giovani della popolazione
autoctona, sono contributori netti per le
pensioni: ancora, a parte quelle sociali dei
nonni importati non le riscuotono, non ci vuole
un capo di gabinetto per capirlo. Ma le pensioni
sono solo una piccola parte della storia, di
un’analisi che invece fa fatta globalmente, per
quanto riguarda i costi e i vantaggi (economici,
quanto a sociali nemmeno c’è da fare i conti).
Tralasciando quindi il fatto che non è solo
l’economia a determinare se l’incidenza
dell’immigrazione è negativa o meno – una
donna stuprata vale più di tutti i soldi del
mondo – andiamo a vedere la verità, numeri
INIZIAMO DAL SISTEMA CARCERARIO : secondo
dati del Ministero della Giustizia, ogni detenuto
immigrato in Italia costa ai contribuenti circa
200€ al giorno. I detenuti stranieri dopo indulti
e depenalizzazioni sono quasi il 40% del totale
(una cifra che denota l’altissima propensione al
crimine) ovvero 17.035 individui.
Con un rapido calcolo, scopriamo che la
presenza di immigrati, costa agli Italiani, solo
per quanto riguarda le carceri, oltre 1,2 miliardi
di € l’anno, oltre 12 miliardi di € in un decennio
che ci avrebbero permesso di investire in
ricerca, sanità e pensioni.
SANITA: secondo dati del Ministero della Salute,
ogni anno gli immigrati, costano, solo per i
ricoveri – quindi escludendo il Pronto Soccorso e
la fornitura gratuita di farmaci – circa un
miliardo di euro, ai quali aggiungere un altro
miliardo per i costi delle cure d’emergenza e
somministrazione farmaci.
RIMESSE: circa altri 4-5-6 miliardi di euro a
seconda dell’anno sfuggono dal sistema
economico italiano attraverso le rimesse
all’estero degli immigrati. Una emorragia di
denaro, che implica un notevole danno al
sistema delle imprese e alla attività economica
nel suo complesso. Tirando le somme,
l’effetto della presenza degli immigrati sul
Paese è questo: ogni anno esce dall’Italia
una cifra di circa 5 miliardi di euro: è come
se ogni anno l’Italia importasse “nulla” per
una cifra pari allo 0,5% del Pil, ovvero ogni
anno è come se partissimo da -0,5% in
classifica.Basterebbero solo queste ad
annullare il ‘vantaggio’ dei contributi
pensionistici versati dai migranti.
WELFARE : alle voci precedenti, dobbiamo
aggiungere le spese che lo Stato, e quindi noi
cittadini, deve sostenere per il sostegno
economico agli immigrati che, per il 37% vive al
di sotto della soglia di povertà e svolge lavori
che, se automatizzati, sarebbero un volano alla
ricerca e quindi alla crescita economica. Questa
voce si compone di costi quali le Pensioni
Sociali, di Invalidità e delle Indennità di
disoccupazione: visto che circa il 12% degli
immigrati è disoccupato. Tutte sommati, questi
capitoli di spesa raggiungono e superano il
miliardo di euro annuo.
HOTEL
Ci sarebbero poi altre voci in “negativo”, da
mettere in evidenza, social card, Mare
Nostrum, costi di Asili Nido e Scuole dove il loro
peso è superiore alla loro presenza e che
costringe gli italiani a spese supplementari per
mandare i figli in asili privati, lo Stipendio dei
sedicenti profughi, il tutto quantificabile in
diversi miliardi di euro, ma bastano queste per
dimostrare, non solo l’inutilità economica della
immigrazione, ma anche la sua dannosità. E le
bugie dei fanatici.
Questa semplice dimostrazione evidenzia come
non vi sia alcun apporto della popolazione
immigrata alla società nel suo complesso e
come vi sia, invece, una emorragia di ricchezza
che ogni anno si perde a causa della loro
presenza.
Non è un caso, se l’Italia è un paese meno ricco
di quello che era negli anni novanta : se importi
“poveri”, ti impoverisci.
Quanto alla ‘generazione di ricchezza’, in Italia
si contano circa 2,3 milioni di lavoratori
immigrati. Gli immigrati nel loro complesso sono
circa l’8% della popolazione. Se il loro apporto
all’economia fosse pari alla loro presenza,
dovrebbero generare il 8% della ricchezza. Non
è così.
Tutta questa massa di persone genera –
numeri ufficiali in sede di dichiarazione dei
redditi – meno del 6% del totale dichiarato.
Quindi l’8% della popolazione, mentre consuma
risorse pubbliche pari alla propria presenza,
riesce a mala pena a generare il 6% della
ricchezza.
Non basta. Perché ‘grazie’ alle varie deduzioni
di cui godono, pagano di Irpef appena 6,5
miliardi di euro, ovvero solo il 4,3% del totale
dell’imposta netta. Quindi: il 7% della
popolazione paga il 4,3% del gettito totale. Non
proprio una ‘risorsa’, numeri alla mano.
Questo significa
che sono per il
nostro sistema
economico, e
soprattutto per
il welfare, un
peso inaccettabile. In proporzione, il loro
apporto dal punto di vista delle imposte è quasi
la metà rispetto a quello degli italiani.
E questo, solo riferendosi alle imposte dirette.
Se poi prendessimo in considerazione l’Iva,
vista la scarsa propensione al consumo dei
‘migranti’, questo rapporto costi-benefici si
alzerebbe ulteriormente.
Le risorse pubbliche che ‘vampirizzano’ sono
pari, se non superiori, alla loro presenza, ma il
loro apporto nel creare ricchezza è circa la
metà. Questo squilibrio è inaccettabile e taciuto
dai media di distrazione di massa.
Sono numeri ufficiali quindi sfidiamo chiunque
a metterli in discussione. Nessuno lo farà. Non
lo fanno mai, con i numeri.
Intervento che merita di essere crosspostato nel gruppo
it.economia, fuori dalla bolgia creata dai troll
problematici e prezzolati di it.politica.
Roberto Deboni DMIsr
2020-03-12 12:41:35 UTC
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Se vogliamo fare una analisi ancora più
profonda del fenomeno immigrazione – e del
danno non solo immediato, ma anche quello
alla capacità di crescita futura – potremmo
paragonare l’odierna immigrazione alla schiavitù
del periodo romano: si parla sempre del lato
morale della questione, mai del degrado
economico che la schiavitù portò “in dono” alla
società.
Questa fu dannosa dal punto di vista
economico e tecnologico, fu infatti la schiavitù
uno dei motivi del mancato progresso
tecnologico dell’Impero Romano, la stessa cosa
che accade alle moderne società occidentali con
gli immigrati, schiavi moderni che col loro
lavoro a basso costo annichiliscono lo sviluppo
tecnologico. (Non si investe in ricerca, quando
si hanno braccia disponibili a basso prezzo.)
Non dimentichiamo che il Capitalismo non ha
“guida”, agisce in nome dell’interesse
immediato, molto spesso a discapito di quello
l’immigrazione come la schiavitù di epoca
romana, corrode la società e la sua vitalità
economica, distruggendone la produttività e
impedendo investimenti nel campo
dell’innovazione.
Il Capitalismo trasforma ogni cosa, ambiente o
essere vivente in “mezzo” per ottenere denaro.
E al dio Denaro lo sacrifica quando non serve
più.
E questo accade anche con l’immigrazione,
questo tipo di economia dello sfruttamento,
esige sempre “carne fresca”, e poco importa
che in questo modo si danneggi la società nel
suo insieme e la si porti alla rovina, il
Capitalismo è privo prospettiva, è un viaggiatore
cieco, è una creatura impersonale che deve
sempre andare avanti, come un ciclista non può
fermarsi.
Altrimenti cade. E allora meglio pagare
giornalisti e pseudo-associazioni per raccontare
stupidaggini e fare confusione.
Secondo una ricerca del governo britannico, i
richiedenti asilo, i rifugiati e gli immigrati poco
qualificati sono dannosi per le società ospitanti.
Stanno creando problemi di sovraffollamento,
alimentano le tensioni nella comunità e sono un
peso per il servizio sanitario nazionale. E’ la
prima volta che il rapporto ufficiale di un
governo mette nero su bianco quello che tutti
sapevano.
I ricercatori incaricati dal governo britannico
hanno valutato per la prima volta l’impatto
dell’immigrazione sulla società, conducendo
studi, sondaggi e interviste a enti locali e
fornitori di servizi.
Ecco i risultati: gli immigrati fanno aumentare i
tempi di attesa negli ambulatori, sono coinvolti
in comportamenti anti-sociali e creano problemi
sul controllo di parassiti ed epidemie a causa
del sovraffollamento.
Mark Harper, il ministro dell’immigrazione
britannico ha dichiarato: “Questa relazione
mette in evidenza il notevole impatto che
l’immigrazione ha avuto sulle comunità del
Regno Unito.”
“Sottolinea l’importanza di proteggere i nostri
servizi pubblici e un approccio robusto nei
confronti di coloro che vengono qui per
sfruttare il nostro sistema di welfare.”
C’è poi un interessante studio dell’Home Office
britannico, che ha scoperto come metà delle
persone in Inghilterra e Galles vivono in una
zona colpita da alti livelli di immigrazione.
La relazione ha rilevato che mentre la maggior
parte degli immigrati vive a Londra e nel sud-
est, questi hanno il maggiore impatto sulle città
industriali con alti livelli di disoccupazione,
come Rotherham e Oldham.
Le città con livelli elevati di lavoratori immigrati
come Norfolk, Lincolnshire e Lancashire hanno
sperimentato il peso maggiore sui loro servizi
locali: trasporti, sanità e abitazioni.
I ricercatori hanno esaminato 80 autorità locali
e fornitori di servizi su una varietà di temi
come la salute, l’alloggio e la coesione sociale.
Le loro risposte sono state valutate poi da 12
esperti.
Hanno scoperto che i richiedenti asilo sono
propensi a mettere sotto massimo sforzo il
sistema sanitario, sfruttando le risorse che
spetterebbero ai cittadini.
I ricercatori hanno anche scoperto che hanno
più probabilità di soffrire di depressione, ansia
e malattie mentali – caso Kabobo – mentre gli
immigrati in genere hanno una maggiore
probabilità di soffrire di tubercolosi, HIV ed
epatiti.
“Questo suggerisce che i costi per il trattamento
per alcune condizioni e malattie sono
sproporzionatamente attribuibili agli immigrati”,
dice il rapporto.
Gli immigrati fanno anche più figli – e questo,
lungi dall’essere positivo come vaneggiano gli
xenfoili – è un danno economico, perché
“richiede costi aggiuntivi per i servizi in visite
ostetriche gratuite, maternità e salute”. Quindi
I loro bassi livelli di conoscenza della lingua
locale fa sì che i loro appuntamenti per visite
mediche, siano “sensibilmente più lunghi”,
portando a tempi di attesa eccessivi per i
pazienti autoctoni e determinando un aumento
dei costi.
Le autorità locali hanno sollevato
preoccupazioni che in alcune aree la domanda
di posti nella scuola primaria hanno “superato
l’offerta” a causa del numero di immigrati,
mentre i servizi sociali hanno avvertito “i costi
superiori per le traduzioni”.
I ricercatori hanno anche avvertito che
l’aumento del numero di immigrati sta
portando a più persone a vivere in alloggi di
scarsa qualità: sovraffollati e poveri, descritti
come “letti in capannoni”.
La relazione ha anche rilevato che: “Gli effetti
della elevata domanda degli immigrati per case
di scarsa qualità, ha portato ad alloggi
sovraffollati, affitti gonfiati, sfruttamento di
proprietari senza scrupoli, problemi nella
gestione dei rifiuti e di controllo dei parassiti
che possono diffondersi rapidamente, e un
numero crescente di posti letto in capannoni.”
Inoltre, gli immigrati indigenti e richiedenti asilo
sono stati “sproporzionatamente coinvolti in
reati come furti e comportamenti violenti”.
I richiedenti asilo, i rifugiati e i lavoratori
immigrati poco qualificati provocano tensioni
nelle comunità a causa di comportamenti anti-
sociali.
Si è riscontrato che gli immigrati meno
qualificati si ubriacano in strada perché è la
“norma culturale” nel loro paese d’origine.
In sintesi: quantitativamente, gli immigrati
danno 5 miliardi secondo il gabinetto di Renzi,
ma sottraggono almeno 10 miliardi di euro.
Anche solo ‘economicamente’, gli immigrati
sono un danno. Ma anche fossero una ‘risorsa
economica’, nulla vale la perdita della propria
sicurezza. Del potere passeggiare tranquilli la
sera. Del poter andare al parco senza essere
molestate. Questi sono tutti ‘costi nascosti’,
molto spesso impattano, ad esempio, sul valore
degli immobili.
Nulla vale la perdita della propria identità.
Intervento che merita di essere crosspostato nel gruppo
it.economia, fuori dalla bolgia creata dai troll
problematici e prezzolati di it.politica.
Roberto Deboni DMIsr
2020-03-12 12:54:03 UTC
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Pubblicata nel “Libro dell’anno del diritto”,
edizione 2015, la cifra è stata ottenuta da –
rullo di tamburi – Roberto Garofoli, capo di
gabinetto del ministro Pier Carlo Padoan e uno
dei redattori del libro. Allora è tutto chiaro.
Usando i dati del ministero delle Finanze,
Garofoli calcola – estrapolando una parte per il
tutto – che nel 2014 i lavoratori extracomunitari
hanno versato all’Inps circa 8 miliardi di euro di
contributi, mentre hanno consumato solo 3
miliardi in forma di prestazioni pensionistiche e
non pensionistiche. Il saldo positivo, secondo
lui, è sufficiente per pagare 600.000 pensioni
all’anno. Inoltre, come si legge nel Libro, nel
2014 gli extracomunitari in Italia hanno pagato
6.8 miliardi di euro di Irpef.
ESATTO!
Mi piacerebbe vedere il dettaglio di queste cifre.

Aggiungo anche una considerazione: mi pare che lei ed altri
tendete a considerare i contributi INPS alla stregua di tasse,
ovvero chi ha dato, ha dato, e chi ha avuto, ha avuto.
In realta' i contributi sono "depositi", e quindi sono cifre
che, in un modo o l'altra, andranno *restituiti* ai
lavoratori migranti che li stanno versando oggi.
Naturalmente lei potra' puntare il dito, tronfio, sul fatto
che la "restituzione" dovranno farla i nipotini, non
quelli come lei.

Invece le prestazioni versate ai migranti e loro parenti
oltre che ai migranti gia' entrati avanti negli anni in Italia,
quelle si' che sono a fondo perduto, andate per sempre.
Una voragine scavata in quelle che dovrebbero essere i
depositi per la pensione dei giovani italiani lavoratori.
L'ingiuria verso chi ha espresso una posizione pacata, la dice lunga
sulla sua appartenza culturale e politica ...
La bugia delle "pensioni pagate dagli
immigrati": versano 11 miliardi di contributi
ma ne costano 16,6 per welfare e sanità. Caro maiale anon imo e bugiuardo: gli immigrati versano 8 milirdi l'anno di contributi INPS e ne usufruiscono per 3 milairdi, quindi pagano 600mila pensioni agli italiani.
Inoltre producono il 10% del PIL èper 180 miliardi di euro e hanno fondato 750mila nuove imprese.
E quante di queste imprese poi chiudono lasciando una voragine di
debiti fiscali ? E quante di queste imprese ricevono esoneri
fiscali per le nuove attivita' e quindi in realta' non producono
entrate fiscali ?

Vogliamo vedere tutte le cifre ?
L'odio razziale in un mondo senza razze lascia solo la tua di razza: quella dxi cretini.
Definire "odio razziale" qualsiasi sentimento di rigetto verso gli
stranieri, specialmente quando si vuole affermare un irreale
beneficio economico che non c'e' e nel contempo negare che esista
un concreto, reale e pesante danno sociale tra ampie fasce dei
nativi, la dice lunga sulla sua appartenenza culturale e politica,
ovvero di un sostentire di una propaganda canaglia.

Derisione della persona altrui, preferenza all'attacco personale invece
che alle idee, criminalizzazione verso chi la pensa diversamente,
menzogna per omissione (quelle volte che alcune cifre sono corrette),
non rappresentano in alcu modo ideali democratici e libertari.
Tutt'altro, sono l'alimento delle peggiori dittature autoritarie,
di quelle la cui violenza spazza dai campi di sterminio nazisti ai
gulag sovietici.
https://www.ernestogastaldi.com
Una persona che non pare rendersi conto a favore di quale futura
societa', direi orwelliana, di tipo violento, sta operando.
Ma forse la societa' distopica dei "Giochi di caccia" della
"Hunger Games" non gli dispiace ...

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